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Descrizione

Il castello di Calosso è un imponente edificio che si stratifica in diverse fasi costruttive a partire da epoca antecedente al mille.

Nel 1318 il paese di Calosso viene coinvolto nel conflitto tra i guelfi della famiglia Solaro e la fazione ghibellina dei De Castello di Asti. I guelfi distruggono l'intero abitato di Calosso.

Pochi anni dopo comincia la ricostruzione del castello e nel 1377, l'intero feudo di Calosso viene acquistato da un nobile banchiere astigiano, il Marchese Percivalle Roero di Cortanze.

Nel 1387 Calosso con il suo castello rientra tra i possedimenti della dote di Valentina Visconti, andata in sposa a Luigi d'Orléans.

L'11 ottobre 1592, durante una visita pastorale, Sant'Alessandro Sauli, vescovo di Pavia (diocesi da cui dipendeva allora Calosso), viene "sorpreso da una grave e pericolosa malattia nel castello di quel luogo, ove don Ercole Roero avealo alloggiato" (secondo G.S. De Canis, 1816).

La morte del vescovo suscita una tale impressione che nel 1683 la camera del castello viene convertita in pubblico oratorio e poi in cappella ed a perenne ricordo, gli abitanti di Calosso indicono nello stesso giorno la festa patronale.

Alle porte del 1600, troviamo Calosso assediato dagli spagnoli e in seguito recuperato dai Savoia, grazie anche al capitano Catalano Alfieri che, a capo delle truppe francesi, cinge di enormi palizzate tutto il castello.

Giungiamo quindi alla Pace dei Pirenei del 1659, data in cui la fortezza calossese perde la sua importanza strategica e viene trasformata dalla famiglia Roero di Cortanze, signori di Calosso, in un'elegante e signorile residenza di campagna, per assumere l’aspetto attuale.

In seguito a queste trasformazioni il castello perde la fisionomia originaria: dell'imponente fortezza cinquecentesca resta la torretta cilindrica e l'arco d'accesso al ricetto.

Di dimensioni ridotte rispetto a quello originale, la struttura è dominata dalla massiccia torre cilindrica ornata da archetti pensili e merli guelfi perfettamente intatti.

Di interesse particolare sono poi i bastioni cinquecenteschi, rimasti anch'essi inalterati, che caratterizzano il lato nord della fortezza. Le mura presentano ancora le feritoie introdotte in seguito all'adozione delle artiglierie, inoltre è ancora possibile vedere una posterla: stretto e basso passaggio che attraversa le mura. L'accesso al cortile interno è presidiato da un portale tipicamente seicentesco che reca, ad ornamento della sezione superiore dello stipite, lo stemma della famiglia Roero, raffigurante tre ruote, e della famiglia Gavigliani, raffigurante due rose divise da una fascia orizzontale.

Gli attuali proprietari sono i Conti Balladore Pallieri, diretti discendenti dei Roero di Cortanze.



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